Philosophy for 4 with Children

Philosophy for 4 with Children

Educare alla ragionevolezza oggi, per una società più giusta e realmente democratica domani. Educare al pensiero.

Educare alla ragionevolezza oggi, per una società più giusta e realmente democratica domani. Educare al pensiero

Per molti filosofi la ragionevolezza si trova solo negli adulti. I bambini, come le donne, possono essere affascinati, belli, deliziosi, ma sono raramente considerati logici o razionali, tali da potercisi ragionare insieme.

Matthew Lipman, Educare al pensiero

non è "filosofia con i bambini"

Indagine e pratica filosofica con/per i bambin@ e giovani

La Philosophy for Children (o P4C) è una metodologia didattica che educa i giovani – dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di I e Ii grado – a coltivare il pensiero complesso grazie al dialogo riflessivo a partire dall’esperienza. 

Si tratta di un curricolo pedagogico, con materiali specifici, che è diventato anche un movimento educativo centrato sulla pratica del filosofare in una comunità di ricerca.

quando e perchè nasce

Si può educare al pensiero?

Negli anni ’70 il filosofo e logico statunitense Matthew Lipman e la sua collega, filosofa dell’educazione, Ann Margaret Sharp elaborano il curricolo Philosophy for Children, oggi noto nel mondo anche con l’acronimo P4C.

Il loro obiettivo era aiutare gli studenti a “imparare a pensare“. Elaborano così un curricolo educativo che favorisce lo sviluppo di competenze complesse e trasversali alle materie di studio (high level skills) attraverso l’esercizio pratico della filosofia o filosofare.

Con la fondazione dell’Institute for the Advancement of Philosophy for Children (IAPC) presso la Montclair State University la Philosophy for Children ha ampio seguito e diffusione in tutto il mondo, e arriva in Italia alla fine degli anni ’90.

Obiettivi e finalità

La riflessione multidimensionale sull'esperienza

La Philosophy for Children promuove lo sviluppo di abilità di pensiero complesso. La riflessività è alla base della capacità di comprendere e agire in modo consapevole, attento e sensibile rispetto agli altri e al mondo circostante. 

Ma il confronto a 360° è necessario per avere un dialogo autentico e radicale. La Pratica filosofica mette in gioco non solo le capacità logico-critiche, ma anche quelle creative e affettive-valoriali (caring)argomentazione, analisi di concetti, indagine, risoluzione di problemi, ricostruzione creativa di significati.

La libertà come riconquista rinnovata e ripetuta dell’attitudine del bambino verso la vita è un processo infinito senza il quale predomina l’incapacità di creare di nuovo

Ann margaret sharp

impatto sociale

Per un socialismo dell'intelligenza

Una mente riflessiva e aperta è la migliore condizione per i processi di socializzazione democratica fra individui di diversa provenienza culturale, estrazione sociale e abilità cognitive.

Attraverso l’esercizio del dialogo filosofico la P4C aiuta i giovani, in contesti scolastici o extrascolastici, formali e informali, a sviluppare le abilità di pensiero complesso e le competenze di cittadinanza.

Fare di un “gruppo” una “comunità” vuol dire promuovere un processo cognitivo, creativo ed emotivo in cui le capacità intellettuali si consolidano in relazione e grazie agli altri.

Approfondisci

Ispirata in particolare all’insegnamento maieutico di Socrate e alla lezione di John Dewey, diventa un vero e proprio movimento educativo, con materiali propri di formazione e facilitazione

Grazie all’impegno dell’ICPIC – International Council for Philosophical Inquiry with children,  è riconosciuta come patrimonio  dell’umanità dall’UNESCO.

Oggi è diffusa in oltre 70 paesi  del mondo, con Centri di Ricerca, laboratori sperimentali, corsi formativi,  seminari di studio, collane e pubblicazioni, gruppi di elaborazione di nuovi materiali.

La proposta educativa arriva anche in Italia negli anni ’90 e proprio qui nasce e si diffonde la Philosophy  for Community: esperienze di dialogo filosofico e di comunità di ricerca anche al di fuori di contesti scolastici, come biblioteche, piazze, mercati, parchi, centri formativi, case della partecipazione, ospedali, carceri, aziende.

L’intelligenza filosofica come riflessività può essere coltivata fin dai primi anni di scuolaPer questo la P4C non è animazione culturale o “storia della filosofia a misura di bambino/ragazzo”, ma si sviluppa in percorsi e laboratori per aiutarli a filosofare: a imparare a pensare in modo riflessivo e consapevole, a esaminare i propri pensieri e pre-giudizi.

L'unica via diretta per un miglioramento permanente dei metodi dell'istruzione e dell'insegnamento consiste nel concentrarsi sulle condizioni che esigono, promuovono e mettono alla prova il pensiero. Il pensiero è il metodo dell'apprendimento intelligente

JOHN DEWEY, DEMOCRAZIA E EDUCAZIONE

La Philosophy for Children aiuta a:

Che cos'è il pensiero complesso? Secondo Lipman...

Le nostre proposte per te

Scuola, biblioteca, Outdoor

Laboratori P4C

Sosteniamo il benessere e la crescita integrata di bambin@ e ragazz@ in rapporto alla natura e ai contesti di vita. 

Le nostre attività hanno come finalità il contrasto alla dispersione scolastica e all’isolamento sociale, al bullismo, alle ambiguità del virtuale, ai pregiudizi di ogni tipo – in particolare agli stereotipi di genere.

I laboratori di dialogo filosofico prendono spunto da contesti di vita quotidiana e aiutano i giovani a migliorare la capacità di ragionare e pensare sulla propria vita ed esperienza, creando le migliori condizioni per il benessere mentale e le competenze di cittadinanza.

Insegnanti, educatrici, operatrici sociali, dirigenti scolastici

Formazione P4C

Corso di formazione base in “Philosophy for Children“, con possibilità di certificazione CRIF (Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica). 

Trasforma la classe in una “comunità di ricerca”: un gruppo di insegnamento-apprendimento in cui il confronto dialogico e la riflessione sui problemi dell’esperienza formano la coscienza civica e democratica in modo autentico e radicale. 

Diventa “facilitatore” del processo di ricerca e scopri il potere delle domande aperte, di chiarificazione e approfondimento.

Lo sapevi che...
...si può filosofare ovunque?

Attiviamo Laboratori e Corsi di formazione in Philosophy for Children  con bambin@, ragazz@ e insegnanti in tutti i contesti di comunità, in presenza e on line!

Destinatari:

Dicono di noi...

La Philosophy for Children migliora la capacità di:

Come si svolge
una sessione P4C?

1

Testo "stimolo"

Le sessioni iniziano con la lettura collettiva, a voce alta, a turno di un testo/stimolo. Qui è rappresentata una situazione vicina alla vita dei bambin@ o ragazz@, o si può introdurre un argomento di attualità di loro interesse

La lettura circolare sviluppa 
l’attitudine all’ascolto, il rispetto della parola e del turno dell’altro. Favorisce la nascita del “senso di comunità”

2

Agenda delle domande

Il facilitatore prende nota su una lavagna /foglio di carta delle domande suscitate dalla lettura del racconto, insieme al nome di chi l’ha posta. 

Le domande possono essere strettamente attinenti al racconto, oppure più vicine a problematiche emergenti dal testo 

Si sviluppa l’abitudine a domandare: la forma interrogativa, rispetto a quella assertiva, facilita l’apertura a una dimensione di
problematizzazione.

3

Piano di discussione

Dall’Agenda vengono individuate, collettivamente, grazie a una specifica procedura, le idee guida che saranno alla base del dialogo.

Il gruppo analizza le domande dell’agenda individuando parole o temi ricorrenti, comuni o del tutto diversi. Si metteranno in luce quelle più generali e inclusive in termini di significato e potenziale di approfondimento

Dagli interessi individuali emergono quelli comuni ai partecipanti che convergono su un tema o una questione, passando al “piano di discussione”.

4

Dialogo filosofico

Nel corso del dialogo filosofico il facilitatore amplia e approfondendo il ragionamento, sblocca situazioni di conformismo o di sovrapposizione nel turno.

Invita tutta la Comunità di ricerca a esprimersi e valutare la validità delle opinioni sulla base di criteri, argomentazioni e “buone ragioni”. L’andamento della conversazione deve essere riflessivo, auto-regolativo e auto-correttivo.

5

Autovalutazione

Gli ultimi 10 minuti sono dedicati all’autovalutazione che la Comunità di ricerca fa rispetto alla sessione. Si esprime un giudizio rispetto al lavoro svolto insieme, sulla base di criteri:

1. ascolto
2. partecipazione
3. piano socio-emotivo-relazionale (PSER)
4. approfondimento del tema
5. facilitazione

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É attraverso il dia-logos, ‘attraverso la parola’, che le idee vengono articolate, si scambiano opinioni, si osservano somiglianze e si raggiunge la comprensione reciproca

Irina Bokova,
Direttrice Generale "UNESCO"

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